Page 116 - Jane Eyre
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emanava dalla natura e ne godevo spesso e liberamente,
ma quasi sempre sola.
Non vi ho detto che Lowood era bella in quella pri-
mavera, quando l'ho dipinta circondata di colline, di bo-
schi e fiori; ma era un luogo sano?
Questa è un'altra questione.
La valle boschiva, ov'era situato Lowood, era la culla
di quelle nebbie apportatrici di epidemie. Con la prima-
vera tornarono le nebbie, penetrarono nell'asilo delle or-
fane e il tifo si sparse nei dormitorii e nelle sale di stu-
dio.
Così prima che giungesse maggio la scuola fu trasfor-
mata in ospedale.
Lo scarso nutrimento, i raffreddori trascurati avevano
predisposto una parte delle alunne a prendere il conta-
gio.
Quarantacinque sopra ottanta alunne caddero amma-
late.
Furono interrotti gli studii e sospesa la disciplina.
Le ragazze ancora sane ebbero piena libertà, perché il
medico insisteva che facessimo molto moto e perché
nessuno poteva sorvegliarci.
Tutte le cure della direttrice erano per le malate; ella
passava le giornate all'infermeria e non ne usciva che
per prendere qualche ora di riposo.
Le maestre erano continuamente occupate a imballar
la roba e a fare i preparativi della partenza per le alunne
più fortunate che avevano parenti o amici che le toglie-
vano a quel centro di contagio.
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