Page 387 - Il mercante d'arte di Hitler
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tradirsi che Gurlitt non parla dell’opera nello scambio epistolare

                con l’artista, né tanto meno compare tra le opere in mostra al

                Kunstverein. In compenso Gurlitt illumina il pittore su un altro
                equivoco,  quando  questi  gli  scrive:  «Ricordo  bene  la  sua

                galleria che ho visitato spesso mentre ero a Berlino, nel 1923.

                Ah, quanto gli eventi del mondo hanno sconvolto i nostri tempi

                da  allora!».  Gurlitt  fa  subito  ordine,  la  galleria  in  questione  è

                quella  di  suo  cugino,  Wolfgang.  Ma  coglie  anche  l’occasione
                per rivolgersi a Chagall da mercante e chiedergli fotografie di

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                opere in vendita, così da poterle proporre ai potenziali clienti .
                   Come  già  a  Zwickau  e  ad  Amburgo,  anche  a  Düsseldorf

                Gurlitt  affianca  all’attività  in  un’istituzione  pubblica  quella

                commerciale, questa volta con la carta intestata del Kunstverein
                locale.  Ora  però  tutto  va  a  vantaggio  e  sul  conto  del

                Kunstverein. Prosegue anche la collaborazione con il mercante

                d’arte parigino Hugo Engel, che si reca regolarmente in viaggio

                a  Düsseldorf  e  affida  a  Gurlitt  in  conto  vendita  pitture  di

                paesaggi  francesi.  Per  gli  amanti  della  caccia,  tra  i  potenziali
                clienti, Gurlitt ricorre al trucco di cui si è già detto, per il quale

                probabilmente mette all’opera la cugina Gitta come ritoccatrice.

                L’assistente  di  Gurlitt  all’epoca,  Karl-Heinz  Hering,  illustrerà

                più  tardi  la  furberia  nelle  sue  memorie:  «Si  cercava  qualcuno

                che  con  mano  esperta  potesse  far  comparire  nella  boscaglia

                come  per  magia  un  bel  capriolo  o  magari  anche  un  colossale
                cervo ed eventualmente farlo di nuovo sparire nel caso in cui il

                formato del quadro non si accomodasse a posizionarlo sopra il

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                sofà  di  casa» .  Come  direttore  di  un’istituzione  e  assieme
                mercante d’arte, Gurlitt è di nuovo nel suo elemento naturale, il

                doppio  ruolo  tuttavia  gli  procura  non  pochi  problemi  con  i

                galleristi  di  Düsseldorf  che  vedono  ora  nel  Kunstverein  un




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