Page 267 - Il mercante d'arte di Hitler
P. 267
12
signorile albergo del XVIII secolo . A pagare il conto per lui è un
suo socio parigino – «uno con cui ho concluso affari con somme
piuttosto elevate, e che lo fa volentieri per questo», spiega nel
1943 all’Ufficio di cambio, quando gli chiedono per quale
ragione non gli serva valuta straniera per il viaggio. L’hotel si
trova in una strada tranquilla, nel cuore dell’elegantissimo
quartiere di St.-Germain-des-Près, a soli pochi minuti dal
Louvre. Da qui Gurlitt parte ogni giorno per le sue scorribande
in città – con l’incarico per conto di «diversi uffici governativi,
in particolare del ministero dell’Educazione del popolo e della
Propaganda del Reich» di «monitorare il mercato dell’arte di
qui e acquistare opere adatte ai musei tedeschi», come Gurlitt si
13
esprime in una lettera a Karl Epting del 1943 .
A Parigi Gurlitt ritrova anche Hans Domizlaff, che ha
conosciuto ad Amburgo tramite Hermann Reemtsma. Negli anni
Venti l’art designer ha sviluppato per l’azienda di quest’ultimo
le più importanti marche di sigarette, tra cui le R6, ed è salito al
rango di socio dell’impresa. Durante il Terzo Reich Domizlaff
ha raggiunto la notorietà, il suo libro pubblicato nel 1932,
infatti, Die Propagandamittel der Staatsidee (“L’idea di Stato e
i mezzi della sua propaganda”), in cui si occupa di come
«influenzare grandi masse di persone», funge da importante
modello per gli strateghi nazisti. Nel 1941 la società Siemens, di
cui lui ha concepito la nuova immagine, invia Domizlaff nella
capitale francese, per «analizzare l’umore tra la popolazione e
ottenere materiale sullo stato delle vendite delle merci tedesche
14
nei prossimi anni» . Gurlitt e il pubblicitario sono uniti dal
comune interesse per l’arte, e pare che anche Domizlaff a Parigi
faccia da agente intermediario. A partire dal 1939, il
collezionista ha acquistato nel Kunstkabinett di Gurlitt svariati
267