Page 222 - Gomorra
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manovalanza del clan gestendo droga potesse arricchirsi in seno al potere e trovare
linfa economica immediata, per contrapporsi ai leader della famiglia. La droga che il
cartello mondragonese mediava dall'Olanda alle piazze laziali e romane era
tassativamente vietata. I mondragonesi dovevano mettersi in macchina e arrivare sino a
Roma per comprare fumo, coca ed eroina che giungeva nella capitale dai napoletani,
dai Casalesi e dai mondragonesi stessi. Gatti che rincorrevano la propria coda
attaccata a un sedere spostato lontano. Il clan creò un gruppo con tanto di
rivendicazioni formali ai centralini della polizia, una sigla: il GAD, il gruppo
antidroga. Se ti beccavano con uno spinello in bocca ti spaccavano il setto nasale, se
qualche moglie scopriva una bustina di coca, bastava facesse arrivare voce a qualcuno
del GAD che gli avrebbe fatto passare la voglia di tirare a suon di calci e pugni in
faccia e vietando ai benzinai di fare benzina per arrivare a Roma.
Un ragazzo egiziano, Hassa Fakhry, pagò duramente il suo essere eroinomane. Era
un guardiano di porci. Quelli neri casertani, una razza rara. Porci scurissimi, più delle
bufale, bassi e pelosi, fisarmoniche di grasso da cui si ricavano salsicce magre, salami
gustosi e braciole saporose. Un mestiere infame, quello del porcaio. Sempre a spalare
sterco e poi a sgozzare a testa in giù porcelli e raccogliere il sangue nelle bacinelle. In
Egitto faceva l'autista, ma proveniva da una famiglia di contadini e quindi sapeva come
trattare gli animali. Ma non i porci. Era musulmano e i porci gli facevano doppiamente
schifo. Meglio però badare ai maiali che dover spalare tutto il giorno la merda delle
bufale, come fanno gli indiani. I maiali cacano la metà della metà e i porcili sono di
quadratura infinitesimale rispetto alle stalle bovine. Tutti gli arabi lo sanno e per
questo accettano di curare i porci, pur di non svenire dalla stanchezza lavorando con i
bufali. Hassa iniziò a farsi di eroina, ogni volta andava in treno a Roma, prendeva le
dosi e tornava al porcile. Divenendo un vero tossicomane, i soldi non gli bastavano
mai e così il suo pu-sher gli consigliò di provare a spacciare a Mondragone, una città
senza nessuna piazza di droga. Accettò e così aveva iniziato a vendere fuori al bar
Domizia. Aveva trovato una clientela capace di farlo guadagnare in dieci ore di lavoro
lo stipendio di sei mesi da porcaio. Bastò una telefonata del titolare del bar, fatta come
si fa sempre da queste parti, per far cessare l'attività. Si chiama un amico, che chiama
il cugino, che riferisce al suo compare che riporta la notizia a chi deve riferire. Un
passaggio di cui si conoscono soltanto il punto iniziale e finale. Dopo pochi giorni gli
uomini dei La Torre, autoproclamatisi GAD, andarono direttamente a casa sua. Per non
farlo scappare tra porci e bufale, e costringerli quindi a inseguirlo nel fango e nella
merda, citofonarono alla sua casupola fingendosi poliziotti. Lo caricarono in auto e
iniziarono ad allontanarsi. Ma l'auto non prese la strada del commissariato. Appena
Hassa Fakhry comprese che lo stavano per ammazzare ebbe una strana reazione
allergica. Come se la paura avesse innescato uno shock anafilattico, il corpo iniziò a