Page 986 - Shakespeare - Vol. 4
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Hai degnamente fatto,
               Prendi mia figlia. Ma bada,
               Se infrangi il suo nodo verginale
               Prima che celebrate siano

               Con ogni santo rito
               Tutte le sacramentali cerimonie,
               Il Cielo non aspergerà con dolci umori
               Questo contratto per renderlo fecondo

               Ma lo sterile odio, il disdegno
               Dall’occhio torvo e la discordia
               Ammorberanno il vostro letto
               Con malerba tanto disgustosa

               Che lo odierete entrambi.
               Dunque aspettate la luce
               Delle torce di Imene.



              FERDINANDO
               Poiché io spero

               In giorni tranquilli,
               Una bella prole e lunga vita
               Con un amore come questo,
               L’anfratto più segreto,
               Il luogo più opportuno,

               La tentazione più forte
               Del nostro genio maligno
               Non muteranno mai

               Il mio onore in lussuria
               Per intaccare la lama
               Della celebrazione di quel giorno
               In cui penserò
               Che i destrieri di Febo siano zoppi

               O la Notte incatenata in basso.



              PROSPERO
               Ben detto: siedi e conversa con lei. È tua.
               Ehi, Ariel, servo mio industrioso, Ariel!


                                                         Entra Ariel.
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