Page 1754 - Shakespeare - Vol. 4
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Il Duca di Suffolk, Charles Brandon (1484-1545), presenza muta in questa scena, è una delle figure
                 più controverse alla corte di Enrico VIII, di cui aveva sposato la sorella Mary che il Re, nel 1514,
                 avrebbe  voluta  sposa  di  Francesco I.  Amico  e  compagno  di  passatempi  del  Re,  che  gli  affidò
                 importanti incarichi politici e militari (assolti peraltro assai male) prima e dopo la caduta di Wolsey, alla
                 quale aveva attivamente contribuito.

              14 I,  ii,  37  La  ribellione  dei  tessitori  risale  al  1525,  ed  era  stata  preceduta  nel  1523-1524  da  altri
                 preoccupanti episodi di malcontento popolare. L’imposta una tantum di cui si parla, decisa in barba a
                 un  Parlamento  convocato  con  riluttanza  dal  Re  nel  1523,  e  definita  eufemisticamente  come
                 Amicable Grant (‘contributo amichevole’), fu inflitta ai sudditi l’anno successivo. La generosa difesa
                 da parte della Regina del popolo in rivolta è significativa invenzione shakespeariana.

              15 I, ii, 108 Nella realtà storica, le misure fiscali furono sempre prese di concerto dal Re e da Wolsey.
                 Costretti a far macchina indietro, entrambi cercheranno di attribuirsi il merito del condono fiscale, ma
                 sarà il solo Wolsey a pagare con una accresciuta impopolarità per quanto a suo tempo deciso con la
                 piena approvazione del sovrano.
              16 I,  ii, didascalia dopo il v. 108 L’Intendente di Buckingham risponde al nome di Charles Knevet, nel
                 resoconto di Holinshed seguito fedelmente da Shakespeare per buona parte della scena. Ma l’elogio
                 di  Buckingham  vien  messo  dal  poeta  proprio  in  bocca  al  Re,  che  nella  fonte  non  prende  parte
                 all’interrogatorio. In tal modo si sottolinea, a partire da questo momento, la capacità d’intervento del
                 sovrano, e lo si fissa nel ruolo del monarca giusto e benigno il quale può essere, sì, sviato dai cattivi
                 consiglieri: ma non per molto tempo ancora.

              17 I, ii, 152 «La Rosa» è uno dei molti manieri del Duca di Buckingham. Nel 1561 diverrà sede della
                 famosa scuola dei Merchant Taylors.
              18 I, ii, 199 Il padre del Duca incriminato, Henry Stafford (1454-1483), secondo Duca di Buckingham,
                 aveva dapprima aiutato l’usurpatore Riccardo III a salire sul trono (1483), e a lui si dovette, con
                 ogni  probabilità,  l’eliminazione  del  dodicenne  Edoardo V  e  del  fratellino  (di  cui,  nel  dramma
                 shakespeariano, si accusa direttamente Riccardo). Ma dopo solo due mesi aveva tentato un putsch
                 militare che, abortito sul nascere, gli era costato la testa. Il tradimento, si vuol far credere in questa
                 scena, discende per li rami!

              19 I,  iii, didascalia  Questa  scena,  come  quella  che  segue,  illustra  la  compressione  degli  eventi  in
                 Shakespeare.  Il  ricevimento  offerto  dal  Cardinale  e  narrato  nelle  fonti  ha  luogo  circa  cinque  anni
                 dopo  l’esecuzione  di  Buckingham,  quando  Sir  Walter  Sands,  divenuto  nel  frattempo  Lord  Sands,
                 sarà egli stesso Lord Ciambellano.
              20 I, iii, 10 I nomi dei re dei Franchi Pepino e Clotario, iniziatori delle dinastie Carolingia e Merovingia nei
                 secoli  bui,  evocano  un  mondo  di  antica  barbarie  contrapposto  ironicamente  all’eccesso  di
                 raffinatezza dei loro remoti discendenti. L’etichetta della corte francese è meticolosamente codificata
                 in  regole  rigide  quanto  artificiali,  ma  assai  soggette  ai  capricci  della  moda.  Essa  trova  da  sempre
                 imitatori  e  cultori  in  Inghilterra,  e  le  ironie  sulle  mode  francesi  (o  italiane,  o  anche  spagnole)  son
                 frequentissime  nel  dramma  elisabettiano:  ne  troviamo  esempi  nell’anonimo Woodstock,  nello
                 shakespeariano Riccardo II,  nel  marloviano Edoardo II,  nel Bussy  D’Ambois  del  Chapman  −  per
                 citare i più noti. Al ridicolo degli uomini di teatro nemici di esterofilia e affettazione (con Ben Jonson in
                 prima linea) si sommano le riprovazioni di stampo ideologico-moralistico di umanisti come il famoso
                 Roger  Ascham,  iniziatore  di  una  vera  e  propria  battaglia  culturale  e,  sul  finire  del  Cinquecento,
                 l’incessante  propaganda  dei  predicatori  puritani.  Da  notare  che  i  tre  personaggi  sono  piuttosto
                 attempati: cortigiani della vecchia scuola.
              21 I, iii, 18 Non si allude a una pasquinata, ma a un proclama effettivamente emesso dal Consiglio della
                 Corona, che bandiva temporaneamente dalla corte taluni giovani nobili reduci dalla Francia, ai tempi
                 del  Drappo  d’Oro:  colpevoli  di  eccesso  di  zelo  nell’esibizione  di  mode  francesi.  Ma  le  ironie  di
                 Shakespeare sono anche rivolte al presente. È del 1613 un editto di Giacomo I contro l’abuso della
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