Page 1438 - Shakespeare - Vol. 4
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ricoperto dalla pelle di questo leone.
11 I, i, 75 Bellona era la dea della guerra per i Romani.
12 I, i, 78-79 Ippolita fu regina delle Amazzoni, una tribù di donne guerriere. Teseo fece Ippolita
prigioniera dopo averla sconfitta in battaglia, quindi la corteggiò, vinse e sposò. Shakespeare allude
qui alla caccia di un gigantesco cinghiale narrata da Ovidio nel libro VIII delle Metamorfosi, ma
confonde Ippolita con Atalanta.
13 I, i, 82-83 Il pregiudizio che l’uomo sia per natura superiore alla donna è opinione del personaggio,
ma non possiamo attribuirlo all’autore. La teoria, che piaceva ai contemporanei, è esposta anche in
La commedia degli equivoci (II, i, 16-25) e La bisbetica domata (V, ii, 135-178). In realtà le eroine
di Shakespeare sono di gran lunga superiori agli eroi: Giulietta è pratica, devota, decisa, molto più di
Romeo; Cressida è più interessante di Troilo come Perdita di Florizel; che dire poi di Imogen e
Cordelia?
14 I, i, 77-101 La Seconda Regina si rivolge a Ippolita col thou, ma finisce il discorso con you.
Quest’alternanza è frequente in Shakespeare e non pensiamo sia dovuta a semplice confusione o
distrazione. Abbiamo deciso di rispettare sempre l’alternanza nella traduzione.
15 I, i, 116 Questo lead non è ‘condurre’ pronunciato /li·d/)ma ‘piombo’ o ‘piombare’ (pronunciato
/led/).
16 I, i, 122 ground-piece. Schizzo, stucco, dipinto, statua o bassorilievo? Lavoro di un pittore,
comunque, come si deduce da some painter. Traduciamo ‘statua dipinta’ pensando alle dolenti dei
gruppi tardo-gotici della “Pietà” e anche alla statua di Ermione nel Racconto d’inverno che
Shakespeare disse opera di Giulio Romano (unico pittore e architetto citato nei drammi del Bardo).
17 I, i, 138 ospreys. È l’ossifraga, una procellaria detta anche aquila di mare; grande uccello che vive
nei mari antartici e può esser lunga fino a novanta centimetri. I bestiari medievali le attribuivano il
potere magico di costringere i pesci a venire in superficie per farsi catturare.
18 I, i, 146 blistering. Immagine che ricorda certi macabri monumenti funebri tardo-rinascimentali e
barocchi che mostrano il corpo dei defunti in decomposizione, divorato dai vermi.
19 I, i, 158-159 full / Of bread and sloth. Bawcutt fa notare che si tratta di un’eco biblica (Ezechiele
16.49) dalla traduzione di Ginevra dei 1560. Ricordiamo qui che, malgrado The Two Noble Kinsmen
sia posteriore alla pubblicazione della Authorized Version, o Bibbia di Re Giacomo, del 1611, gli echi
biblici in Shakespeare provengono dalla traduzione commissionata da Giovanni Calvino a Ginevra a
un gruppo di protestanti inglesi sfuggiti alla persecuzione di Maria la Sanguinaria. Questa traduzione
fu popolarissima e conobbe almeno duecento ristampe in Inghilterra, l’ultima delle quali nel 1616,
anno della morte di Shakespeare, e ben cinque anni dopo la pubblicazione della Bibbia ufficiale voluta
dal re.
20 I, i, 163 Our worthiest instruments. Cosa intendere qui per instruments? Probabilmente gli stessi
instruments / Of cruel war dal prologo (v. 4) di Troilo e Cressida, perciò macchine da guerra e, per
l’anacronistico teatro elisabettiano, anche l’artiglieria.
21 I, i, 216-217 stamp... current... / ...token. Serie di giochi di parole incastrati l’uno nell’altro,
tipicamente alla Shakespeare; stamp è ‘premere’ e pure ‘coniare’ (p. es. una moneta); current,
‘fuggente’ perché devono separarsi, ma anche ‘corrente’ (come moneta) cioè genuina; token,
‘pegno d’amore’, ma anche metallo stampigliato usato come moneta.
22 I, i, 219 e 222 sister... Cousin. Questi titoli di parentela erano usati in senso molto lato dagli
elisabettiani. Sister qui sta per sister-in-law. Cousin era spesso titolo di cortesia per un re verso i
nobili della sua corte. Anche kinsman significa parente in generale o cugino. Sappiamo che i nostri
due nobili kinsmen erano cugini, figli di sorelle, perché detto espressamente nel testo. In Troilo e
Cressida Pandaro chiama Cressida ora niece ora kinswoman.