Page 1151 - Shakespeare - Vol. 4
P. 1151

fossettava le guance nei sorrisi. Ercole, nostro parente −
               più debole allora degli occhi vostri − lasciò la clava,
               si stravaccò sulla pelle nemea           10  e giurò
               che i muscoli gli andavano in pappa. O dolore e tempo,

               consumatori orribili, tutto divorerete!



              PRIMA REGINA
               Oh, spero che un dio,
               un dio vi sia che aggiunga pietà al vostro coraggio,
               sì che vi dia arditezza e spinga voi ad offrirsi

               nostro campione.


              TESEO

                               Non più in ginocchio, no, povera vedova;
               prostratevi invece davanti alla prode Bellona,               11
               e pregate per me, vostro soldato; sono commosso.
                                                                                             Si volge altrove.



              SECONDA REGINA
               Onorata Ippolita,

               temutissima amazzone,           12  che uccidesti
               il cinghiale dalle zanne a falce, che con il braccio
               forte e bianco fosti vicina a fare il maschio

               sottomesso al tuo sesso, se non che questo tuo signore,
               nato per mantenere il creato in quella gerarchia
               in cui la Natura l’ha fissato,       13  ti ha riportato
               nell’argine da cui stavi straripando, vincendo in te
               a un tempo e la forza e l’amore; guerriera

               che sai giustamente bilanciare fermezza e compassione,
               e che io ora so hai molto più potere su di lui
               ch’egli mai ebbe su di te, che controlli la sua forza

               come il suo amore, servo devoto al trono
               delle tue parole; prezioso specchio per le donne,
               ordinagli che noi che il fuoco della guerra brucia
               possiamo trovare sollievo all’ombra della sua spada;
               fa’ ch’egli la sollevi sopra le nostre teste;

               parlagli con voce femminile, debole donna
               come una di noi tre; piangi pur di non cedere.
   1146   1147   1148   1149   1150   1151   1152   1153   1154   1155   1156