Page 181 - Shakespeare - Vol. 3
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     e il resto già lo sai.
              ORAZIO
               E così Rosencrantz e Guildenstern
               ci vanno difilati.
              AMLETO
               Amico mio, s’erano innamorati dell’incarico!
               Non li ho sulla coscienza. Il loro guaio
               fu d’intrufolarsi. È pericoloso
               per le nature basse andarsi a mettere
               tra gli affondi e le stoccate furiose
               di avversari potenti.
              ORAZIO
                               Però, che re è questo!
              AMLETO
               E allora non credi che sia mio dovere
               − lui che uccise il mio re e disonorò mia madre,
               che saltò tra le mie speranze e il trono,
               e ha gettato la lenza alla mia stessa vita,
               e con che imbrogli − non è perfettamente giusto
               ripagarlo con questa spada? E non sarebbe colpa mortale
               permettere che questo cancro della natura
               faccia altro danno?
              ORAZIO
               Sarà informato presto, dal re inglese,
               sull’esito laggiù.
              AMLETO
               Sì, presto. L’intervallo è mio.
               E la vita d’un uomo è come dire: «E una!»
               Ma mi dispiace assai, mio buon Orazio,
               di essermi lasciato andare con Laerte.
               Perché nell’immagine della mia causa





