Page 1737 - Shakespeare - Vol. 3
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Sono proprio lo zimbello della Fortuna.
               Trattatemi bene − avrete il riscatto.
               Voglio dei chirurghi: sono ferito al cervello.



              GENTILUOMO
               Avrete qualsiasi cosa.



              LEAR
               Nessun soccorso? Tutto da solo?

               Questo farebbe di un uomo un uomo di sale,
               con gli occhi da usare per innaffiare le piante,
               sì, e per bagnare la polvere dell’autunno.
               Morirò bravamente come uno sposo novello.

               Sì! Sarò allegro! Andiamo, andiamo.
               Io sono un Re, signori, lo sapete?



              GENTILUOMO
               Siete regale, e noi vi obbediamo.



              LEAR
          Allora c’è ancora vita. Avanti, se lo volete dovete prendervelo di corsa. Za, za,
          za, za.

                                                                    (Esce di corsa. I servi lo seguono.)



              GENTILUOMO
               Spettacolo pietoso nel più umile sventurato,
               al di là d’ogni dire in un Re.
               Tu hai una figlia che riscatta la natura

               dalla maledizione universale cui le altre due
               l’hanno portata.



              EDGAR
               Salve, gentile signore.



              GENTILUOMO
               Salute a voi, che volete?
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