Page 1229 - Shakespeare - Vol. 3
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oscena da parte di Iago per Otello («Or to be naked with her friend abed», IV,
          i, 3-5) e un altro racconto osceno − Cassio che avrebbe confessato l’intimità
          con  Desdemona.  A  questo  punto  Otello  crolla,  va  in  catalessi:  massima
          manifestazione ne è il suo crollo verbale, l’incapacità di connettere il discorso,

          la  perdita  del  linguaggio,  il  parlare  non  solo  in  prosa,  ma  per  monconi
          sconclusionati  di  frasi  (vv.  35-43).  Persa  l’altisonante  retorica  e  persino  la
          capacità di discorso, Otello si riduce ormai a men che uomo: l’inversione del
          suo ruolo è quasi completa, mentre Iago insiste pervicacemente con le sue

          visualizzazioni di bestiali connubi (vv. 66-72). Infine, Iago ricorre a un nuovo
          procedimento o tipo di visualizzazione: non più una proiezione immaginaria,
          ma il far assistere Otello a una scena fra lui (Iago) e Cassio, e fra Cassio e
          Bianca, senza che senta nulla e si convinca che parlino del turpe tradimento.

          Tolto per così dire il «sonoro», da convincimento servono ora solo i gesti e i
          simulacri;  alla  realtà  viene  dato  ogni  tipo  di  apparenza,  come  prima
          all’apparenza  veniva  conferita  falsa  realtà.  Ma,  ridotto  com’è,  ora  Otello
          sembra accontentarsi d’uno sbiadito teatrino di marionette − o di sfogare la

          sua  furia  incoerente  quando  per  un  breve  momento  riprende  il  motivo
          pubblico  (l’arrivo  di  Lodovico  da  Venezia,  con  i  nuovi  ordini).  Nella  scena
          seconda  −  la  celebre  «scena  del  bordello»  −  è  Otello  a  visualizzare  o
          drammatizzare direttamente, senza più l’ausilio di Iago, al quale in qualche

          modo si è sostituito o equiparato in questa funzione. Emilia è vista e trattata
          come  la  tenutaria  d’un  bordello,  Desdemona  come  la  sua  inquilina:  questa
          volta il regista-attore della recita è Otello, il quale si eleva sì ad accenti di
          struggente  umanità  e  di  elevata  poesia  quando  rimpiange  la  perdita

          dell’amata  come  depositaria  di  tutti  i  suoi  valori  (IV,  ii,  48-65),  ma  si
          abbandona poi a un linguaggio zeppo di immagini di corruzione bestiale, di
          promiscuità e putridume (vv. 62-63, 67-68), che è la replica di quello di Iago.
          Da parte sua Desdemona subisce una sorta di regressione infantile (vv. 113-

          116)  e  arriva  persino  a  chiedere  l’aiuto  di  Iago  (vv.  150-153),
          inginocchiandosi in un giuramento d’innocenza che è antitetico-simmetrico al
          giuramento  di  vendetta  di  Otello  e  Iago  in III,  iii.  Sul  piano  dell’intrigo
          esterno, Roderigo e Iago procedono coi preparativi per uccidere Cassio; nella

          scena  terza  si  ha  il  patetismo  della  svestizione  di  Desdemona  che
          proletticamente equipara il lenzuolo di nozze al sudario e nella malinconica
          canzone del salice evoca la desolazione della donna tradita nei suoi affetti,
          restando poi incredula di fronte al sano femminismo propugnato (forse per

          farle  coraggio)  da  Emilia  −  una  delle  più  schiette  difese  della  parità  della
          donna, da mettersi accanto al lamento di Portia per la sua subordinazione nel
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