Page 395 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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libro sulle ginocchia, ma più d’uno notò che era a ro-
                                                                                          tondo, casca il mondo...».
                   vescio.                                                                ridotto  a  canticchiare  con  voce  cavernosa:  «Giro,  giro
                      Solo la musica aveva ancora il potere di trarre qual-                 Negli  ultimi  tempi  non  solo  non  scendeva  più  dal
                   che palpito da quella mummia. Racconta Ernst Hornef-                   letto ma non cambiava nemmeno posizione per cui, per
                   fer, che fu uno dei collaboratori dell’Archivio: «Quando               evitargli  le  piaghe  da  decubito,  bisognava  girarlo  ogni
                   gli si diceva: adesso si fa musica, andava immediatamen-               due ore. Morì, di polmonite, a mezzogiorno del 25 ago-
                   te in estasi ed emetteva suoni sgradevoli e disarticolati,             sto del 1900.
                   un gemito cupo, terribile. Ma quando la musica iniziava                  L’uomo che aveva desiderato spasmodicamente essere
                   il volto gli si trasfigurava e irraggiava in modo indescri-            preso sul serio come filosofo ed era invece sempre stato
                   vibile. Questa espressione di gioia non era meno terribi-              considerato un dilettante e trattato con la più frustrante
                   le  delle  espressioni  animalesche  di  prima» 115 .  Nell’au-        delle censure, il silenzio, che avrebbe tanto voluto avere
                   tunno del 1899 Peter Gast, che Elisabeth dopo anni di                  folle di discepoli e ne aveva avuto uno solo, per di più
                   ostracismo  aveva  cooptato  nell’Archivio  perché  era  il            un po’ tonto, che era stato costretto a pubblicare a sue
                   solo a poter decifrare la scrittura del fratello, suonò per            spese,  aveva  ora  esegeti  che  disputavano  su  ogni  sua
                   Nietzsche, nel modo più delicato possibile, «Prima che                 parola, era guardato come un profeta da schiere di ado-
                   spunti  in  cielo  l’aurora»,  un’aria  tratta  dal  Matrimonio        ratori, aveva milioni di lettori ed era, da tempo, famoso
                   segreto  di  Cimarosa  che  l’amico  aveva  sempre  molto              in tutto il mondo. Ma non aveva mai potuto saperlo.
                   amato. E Nietzsche sollevò le mani, quelle mani di de-
                   licata  fattura,  così  nobili  e  belle  da  aver  attratto,  un
                   giorno,  persino  l’attenzione  della  sprezzante  Lou  Sa-
                   lomé, e che ora erano divenute scheletriche, percorse da                 1  J.  Möbius,  Über  das  Pathologische  bei  Nietzsche,  Wiesbaden
                   grosse vene verdi e violacee, e accennò un applauso che                1902.
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                   appena si udì.                                                         und  Neurologie»,  1926;  C.  Brinton,  Nietzsche,  Harper  Torchbook
                      Di solito emetteva un borbottio continuo e indistinto.              1965; W. Lange-Eichbaum, K. Wolfram, Genie, Unsinn und Rhum,
                   Ma  qualche  parola  la  diceva  ancora.  Se  era  stimolato           Reinhardt Verlag 1961 e, da ultimo, con un’amplissima bibliografia,
                   dalla sorella con domande secche era in grado di rispon-               P.D. Volz, Nietzsche im Labyrinth seiner Krankheit, Königshausen &
                   dere con un sì o un no. E, sempre sollecitato da Elisa-                Naumann 1990.
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                   beth, dava la mano che si abbatteva pesante e inerte sul                 4  W. Lange-Eichbaum, K. Wolfram, Genie, cit.
                   palmo del visitatore di turno. Talvolta, nel borbottio, si               5  C.P. Janz,  Vita di Nietzsche, cit., vol. , p. 183.
                   potevano cogliere parole di senso compiuto, le più fre-                  6 7  Ibid.
                   quenti  erano  «ulani»  e  «dragoni» 116 .  Gradualmente  e              8  Ibid.
                                                                                              Di ognuno di noi si potrebbe probabilmente dire a priori quali
                   inesorabilmente, come aveva previsto Binswanger, tutti                 sarebbero i modi della sua follia se impazzisse davvero.
                   i centri nervosi venivano attaccati e man mano disattiva-                9  C.P. Janz,  Vita di Nietzsche, cit., vol. , p. 356.
                   ti, come in 2001: Odissea nello spazio quando Keir Dul-                  10  C. Pozzoli, Nietzsche, cit., p. 385.
                                                                                            11  Ibid., p. 386.
                   lea, l’astronauta, toglie una dietro l’altra le memorie ad               12  K. Hildebrandt, Gesundheit und Krankheit in Nietzsches Leben
                   Hal 9000 e il potente e sofisticato elaboratore, progetta-             und Werke, cit., p. 111.
                   to  per  risolvere  le  più  difficili  questioni  logiche,  viene       13  Ibid., p. 110.




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