Page 38 - Galileo. Scienziato e umanista.
        P. 38
     50
                poesia appena citata . Sul versante positivo, la critica letteraria
                di  Galileo  costituisce  ancora  una  lettura  obbligatoria  per  i
                                                                  51
                commentatori di Ariosto e di Tasso . L’anonimo curatore delle
                Considerazioni sul Tasso che scriveva alla fine del XVIII secolo
                concedeva che la maggior parte delle critiche mosse da Galileo
                erano corrette e che, se ridotte a sistema, «si potrebbe formare
                                                                                                      52
                [con esse] una scienza per ben condurre le azioni poetiche» .
                Molte  raccolte  degli  scritti  di  Galileo  compilate  per  aiutare  i
                bambini italiani a imparare a scrivere e a pensare contengono
                ampi  estratti  dai  suoi  scritti  di  critica  letteraria.  Come  la  sua
                scienza,  essi  illustrano  il  modo  di  combattere  la  pedanteria  e
                l’errore, respingere l’autorità e costruire a partire dalla ragione e
                dall’esperienza. Dopo aver completato la propria edizione delle
                opere complete di Galileo, Favaro non perse tempo a frugare tra
                di  esse  alla  ricerca  di  testi  adatti  a  essere  utilizzati  a  fini
                pedagogici  generali.  Non  si  può  dire  che  il  loro  studio  abbia
                imbevuto  la  prosa  accademica  italiana  dello  stile  «semplice,
                geometrico, positivo e oggettivo» che ha fatto di Galileo il piú
                grande  autore  italiano  di  prosa  tra  Machiavelli  e  Manzoni,  se
                                                                                    53
                non il piú grande scrittore italiano di tutti i tempi .
                    L’attività  letteraria  a  Firenze  durante  gli  anni  Ottanta  del
                Cinquecento comprendeva e costituiva il culmine di decenni di
                dispute sulla natura e il merito del poema tripartito di Dante, la
                Divina  Commedia.  Non  consideratelo  poesia  solo  perché  è
                scritto in rima e a volte è sublime: in base ai criteri deducibili
                dall’Ars poetica di Orazio, la principale guida alla teoria della
                letteratura  del  primo  Cinquecento,  un  buon  poema  dovrebbe
                                                                               54
                essere  infatti  edificante,  oltre  che  piacevole .  Ora,  l’opera  di
                Dante  era  certamente  piacevole;  ma  promuoveva  anche  la
                civiltà, la virtú, la moralità? Sí, perché insegnava i modi e «il
                salario del peccato»; no, perché lo faceva attraverso storie che
                suscitavano  il  disgusto  anziché  la  pietà,  e  aveva  come
                protagonista non un grande personaggio ma un poeta irascibile.
                E ammesso che fosse un poema, si trattava di una tragedia, di
     	
