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Upanisad (Dottrina  esoterica),  nome  generico  di  un  gruppo  di  testi  sanscriti,  in
          versi  o  in  prosa,  di  contenuto  religiosofilosofico.  Il  loro  numero  secondo  la
          tradizione  è  di  108,  di  lunghezza  che  varia  da  poche  decine  di  versi  a  duecento
          pagine.  Tra  i  più  importanti:  l’īsā,  la Chāndogya,  la Kena  e  la Brhadāranyakā.
          Alcune  di  esse  risalgono  all’ultimo  periodo  vedico,  altre  sono  più  recenti.  Le
          Upanisad, che per la loro forma oscura richiedevano già in origine la spiegazione di

          un  maestro,  espongono  con  varie  sfumature  una  dottrina  panteistica  che  vede  nel
          cosmo la manifestazione di un’anima universale di natura divina (brahman) con cui
          si identifica l’anima individuale (ātman); il ciclo della trasmigrazione delle anime,
          legato  al  concetto  di  karman,  avrà  come  esito  il  ricongiungimento  dell’ātman  al
          brahman.
          Utopia, opera latina di Tommaso Moro, pubblicata nel 1516 con il titolo Libellus

          vere aureus nec minus salutaris quam festivus de optimo reipublicae statu deque
          nova insula Utopia e tradotta in inglese nel 1551. L’opera comprende due libri: il
          primo,  che  critica  la  situazione  politico-sociale  dell’Inghilterra  del  tempo,  fu
          composto  nel  1516,  mentre  il  secondo,  dedicato  alla  presentazione  dei  costumi  e
          degli  ordinamenti  dell’isola  di  Utopia,  fu  scritto  l’anno  precedente.  Nella

          conclusione del primo libro Moro descrive il meccanismo economico che spinge gli
          squires (i gentiluomini di campagna) a trasformare le loro terre e quelle comunali in
          pascoli,  attraverso  la  eliminazione  delle  antiche  unità  poderali  e  le  recinzioni  (le
          famigerate enclosures).  I  coltivatori  espulsi  dai  tradizionali  luoghi  di  lavoro
          diventano vagabondi o briganti: così, conclude amaramente l’autore, « le pecore si
          mangiano gli uomini ». Nella repubblica di Utopia la proprietà privata è abolita: lo
          Stato  cessa  così  di  essere  una  «  congiura  dei  ricchi  »  e  diviene  lo  strumento

          dell’uguale benessere di tutti. Gli utopiensi disprezzano i metalli preziosi, prendono
          i pasti in comune, sorteggiano le loro case ogni dieci anni, lavorano sei ore al giorno
          e dedicano il tempo libero all’elevamento dello spirito.  Le cure ospedaliere sono
          uguali  e  gratuite  per  tutti:  l’eutanasia  è  ammessa,  anzi  consigliata.  Nell’isola  si
          praticano liberamente varie religioni, ma la maggior parte degli utopiensi crede in un
          unico principio divino diffuso in tutto l’universo.

          L’opera, nonostante i naturali legami con il tempo in cui fu composta (ad esempio la
          giustificazione  della  schiavitû  e  del  commercio  degli  schiavi),  anticipa  temi  che
          saranno ripresi dall’Illuminismo e dal socialismo.

          Veda, nome dato ai più antichi testi del brahmanesimo. I testi appartenenti al gruppo
          dei Veda  (voce  sanscrita  che  significa conoscenza)  sono  ritenuti  rivelazione  di
          Brahma. Essi sono di forma e contenuto diverso e risalgono a epoche varie: si può
          ritenere  che  alcune  parti  del Rg  Veda  siano  state  composte  in  età  precedente

          l’immigrazione ārya in India, mentre con alcune Upanisad si giunge sino al VI sec.
          a.C. e oltre. Il canone vedico comprende i « quattro Veda » in senso stretto, cioè il
          Rg  Veda,  il Sāmaveda,  lo Yajurveda  e  l’Atharvaveda  (quest’ultimo  aggiunto
          posteriormente agli altri); poi i Brāhmana o « commenti brahmanici », gli Aranyaka
          o « testi della foresta » e le Upanisad. Tutti questi testi, espressione di una civiltà
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