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simmetria sferica e con curvatura costante che potrebbe essere negativa o positiva;

          nel  primo  caso  lo  spazio  risulta  infinito,  mentre  nel  secondo,  che  riscuote
          maggiormente la fiducia dei cosmologi, lo spazio è chiuso e di volume finito.
          La  caratteristica  fondamentale  del  modello  di  Lemaître  e  di  tutti  i  modelli
          relativistici contenenti materia (anche quelli con curvatura negativa o nulla) è che il
          raggio di curvatura non è costante nel tempo. Einstein nel 1917, per evitare questa
          conclusione,  che  appariva  a  quel  tempo  fisicamente  inaccettabile,  introdusse  un

          termine  correttivo  nelle  sue  equazioni  (costante  cosmologica)  che  consentiva  di
          costruire un modello di universo isotropo e statico (universo cilindrico di Einstein);
          analogamente de Sitter aveva costruito un altro modello di universo chiuso e statico
          priyo di materia. Nel 1922 H. Weyl mise in evidenza una strana proprietà di questo
          spazio:  due  corpi  abbandonati  a  se  stessi  si  allontanerebbero  a  velocità  crescenti
          l’uno  dall’altro;  quindi  un  segnale  luminoso  emesso  da  uno  arriverebbe  all’altro
          spostato verso il rosso per effetto Doppler. Una simile proprietà vale anche per il

          modello di Lemaître.
          Un osservatore che si trovi su uno di questi corpi vede gli altri corpi allontanarsi
          radialmente con una velocità approssimativamente proporzionale alla loro distanza
          dall’osservatore (recessione delle galassie). Questa predizione teorica è in accordo
          con  lo  spostamento  verso  il  rosso  dello  spettro  luminoso  emesso  dalle  galassie
          osservato  per  la  prima  volta  da  E.  Hubble  nel  1929;  se  si  interpreta  questo

          spostamento come effetto Doppler si può determinare la velocità di allontanamento
          delle galassie che risulta effettivamente proporzionale alla loro distanza da noi. È
          facile  convincersi  che  il  fenomeno  della  recessione  consente  di  superare  il
          paradosso di Olbers; si può quindi dire che lo spazio è buio perché l’universo si
          espande. Il modello originale di Lemaître è stato via via perfezionato in modo da
          tener  conto  della  pressione  della  radiazione  elettromagnetica.  Un  modello  più
          evoluto (mixmaster o modello a frullatore), che spiega l’isotropia nell’universo, è

          stato introdotto da Misner (1965). Tutti questi modelli presuppongono l’esistenza di
          un’esplosione iniziale (big bang), per cui tutta la materia, che si trovava riunita in un
          solo  punto  (atomo  primordiale  di  Lemaître),  cominciò  a  espandersi.  Dalla
          conoscenza della legge di recessione delle galassie si può calcolare quanto tempo fa
          esse  si  trovavano  tutte  riunite  assieme;  si  valuta  così  che  l’età  dell’universo  è  di

          poco più di dieci miliardi di anni. A partire dal tempo zero l’universo acquista un
          raggio  finito.  Si  pensa  che  nello  stadio  iniziale  la  materia  fortemente  compressa
          avesse  una  temperatura  altissima.  Dopo  circa  un  secondo  diventano  possibili  le
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          reazioni nucleari (G. A. Gamow) e cominciano a formarsi gli elementi. Dopo 10  sec
          tale  formazione  si  arresta:  infatti  le  condizioni  di  densità  e  temperatura  non
          consentono più le sintesi di ulteriori elementi pesanti. La materia in questo istante

          risulta composta da tre quarti di idrogeno, un quarto di elio e tracce di altri nuclei
          leggeri. L’universo continua a raffreddarsi e a espandersi. Dopo circa 100 anni la
          radiazione cessa di essere importante nella dinamica dell’universo. Dopo circa un
          milione  di  anni  la  materia  è  sufficientemente  fredda  da  essere  trasparente  alla
          radiazione. Materia e radiazione cessano di essere in equilibrio. La materia continua
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