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Le MaschereLe Maschere
La maschera è soprattutto un modo di pensare.
È ciò che i processi di decantazione e di trasformazione della tradizione stessa ci hanno consegnato. È come vive dentro di noi con connotazioni simboliche ben precise. È inquietudine ed enigma, un’indole che trascende l’origine letteraria per proporsi come immagine universale, come sintesi delle caratteristiche psicologiche e sociali dell’uomo, di conflitti interiori e vicende storiche. L’avarizia, la stupidità, la bontà, la cattiveria, la furbizia sono solo alcune delle possibili incarnazioni della maschera. Parallelamente essa vive e continua a perpetuarsi nella storia del teatro attraverso interpreti che, unici e assolutamente inimitabili, l’hanno “vissuta” come una seconda pelle; così Moretti e Soleri per la maschera di Arlecchino nel Servitore di due padroni di Goldoni. Ma essa vive una terza vita ancora attraverso la letteratura e il folclore, i quali ne hanno fatto un mito a se stante. Nella tradizione popolare la tipologia è così varia che risulta impossibile stabilire un’unità concettuale.
Solo nella Commedia dell’Arte i vari personaggi acquistano una precisa fisionomia e unità, pur con trasformazioni continue; qui vengono enfatizzati alcuni aspetti del carattere umano: zanni truffaldini, vecchi caricaturalmente velleitari, dottori fanfaroni, servi arguti. Comune a tutti una natura in cui si mescolano stupore, inquietudine e tristezza inconsolabile, mascherate da burla, lazzi, mimiche varie che vogliono solo divertire.
Chi o che cosa sono le maschere, l’infinita e variopinta schiera di personaggi che per secoli ha calcato le scene teatrali, abitato le baracche dei burattinai e affollato le feste dei carnevali? Da dove vengono e quale è la loro storia?
Quesiti affascinanti ma per gran parte insolubili poiché la loro vita è mutevole come il loro aspetto.
Per ciascun personaggio si deve risalire alle molteplici reincarnazioni avvenute nel teatro, nelle feste e nelle leggende, distinguendoli e precisandoli di volta in volta, sia singolarmente, sia in relazione al contesto in cui si collocano e, nello stesso tempo, ponendo ogni figura in rapporto con le altre.
Desiderio utopico e fallace è stato per molto tempo il tentativo di voler scrivere separatamente la vita di ciascun personaggio. Nessuna maschera vive di per se stessa ma esiste solo quale elemento di un ordito che la caratterizza e in rapporto a un autore-attore che, incarnandola, la specifichi e le doni “coscienza di sé”.
Le Maschere